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Difensore della Fiorentina e della Nazionale Italiana, Elena Linari è stata intervistata da Calciodonne per fare il punto della situazione dopo la grande prima parte di stagione della Viola, ma anche sulla Nazionale, reduce dall'esperienza al torneo di Manaus chiuso al secondo posto, senza dimenticare quello che è stato, i primi passi mossi nel calcio e i sacrifici fatti per arrivare dov'è oggi.


Ciao Elena, come ti sei avvicinata al calcio? Raccontaci di quando eri bambina, come è stato giocare con i maschietti? 

"Ho cominciato a giocare a 5 anni nell’Atletica Castello, vicino a casa mia, dove ho passato i primi anni. Non mi sono mai sentita privata della passione dai miei genitori per il mio essere donna, il mio babbo ama il calcio, è fiorentino e mi ha portata sempre allo stadio. La società non mi ha mai fatta sentire diversa, mi ha sempre integrata e tutt’ora lo fanno, mi invitano spesso agli allenamenti e alle feste, è sempre stata molto disponibile. Da lì sono passata alla Scuola Calcio Desolati, affiliata alla ACF Fiorentina: qui ho fatto un salto, sono cresciuta tecnicamente, poi sono andata al’ACF Firenze e nel 2013 a Brescia. Aggiungo anche che il calcio è stata una mia scelta, tra calcio e nuoto mamma non poteva portarmi dappertutto... e alla fine ha prevalso il calcio!".

All'età di 14 anni, ovvero quando per limiti di età non è più possibile per le ragazze giocare con i maschi, sei passata nel settore giovanile del Firenze, il "papà" della Fiorentina, la tua attuale squadra, con la quale prima del tuo trasferimento al Brescia ti sei tolta diverse soddisfazioni: esordio in prima squadra, promozione dalla A2 alla massima serie, esordio in Serie A giovanissima... Firenze oltre ad averti fatto nascere ti ha anche lanciata calcisticamente: spiegaci questi primi cinque anni in viola raccontandoci i momenti più belli passati!

"Sì, a 14 anni il Mister della Prima Squadra dell’ACF Firenze mi volle per fare la preparazione, la squadra era appena retrocessa dalla Serie A. C’erano ragazze grandi, che avevano toccato il calcio vero, per me è stata una grande esperienze ed emozione. Sono stata con loro arrivando alla promozione in Serie A, una promozione sudata e faticata perché non riuscivamo a salire, mancava sempre qualcosa; poi la stagione da neopromossa con tutte le difficoltà sul cammino... e la vittoria in coppa con la Primavera nel 2013, vincere con loro è stato il modo migliore per poter poi andare a Brescia lasciando comunque qualcosa di me".

Qui potete trovare l'intervista integrale.

 

 


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