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Un anno di lavoro intenso, costante, non sempre facile, ma coronato nel migliore dei modi, con una promozione che sa di storia. La Vibonese di Gabriele Franchino torna tra i professionisti dopo un solo anno di purgatorio in Serie D e lo fa in grande stile, al termine di una stagione con numeri importanti.

La squadra del presidente Giuseppe Caffo e del vice presidente Danilo Beccaria, guidata da Nevio Orlandi (in carriera ha allenato anche la Reggina in Serie A), dopo un inizio altalenante (il 10 dicembre, dopo 16 gare, aveva 28 punti contro i 41 del Troina) ha infilato 30 risultati utili, con appena due sconfitte e 10 gol subiti fuori casa. Una bella soddisfazione per il nostro Gabriele Franchino.

Gabriele, iniziamo dalla fine.

“Sono davvero felice per questa promozione. Il campionato è stato molto livellato e anche le squadre di medio-bassa classifica giocavano sempre per fare risultato. Noi siamo arrivati a dicembre a -13 dal Troina che si è rivelata una vera e propria matricola terribile. Onore a loro, ma soprattutto a questa società che ha creduto sempre alla promozione!”.

Dopo un'estate non semplice per i fatti che conosciamo...

“Questa è la cosa incredibile. Ci sono stati continui stravolgimenti nella rosa perché dovevamo partecipare alla Serie D, poi una sentenza ci ha riammesso in C, ma il verdetto è stato cambiato ancora. Tutto questo ha fatto scattare qualcosa in più anche tra i nostri tifosi: la città si è sentita scippata della categoria che meritava. Qui c'è una società solida e sana, con poche pressioni, si può lavorare bene e si è creato qualcosa di unico, di magico, che ci ha legati ancora di più. Questo successo è dell'intera città”.

Tra l'altro il vostro era un girone parecchio complicato.

“Sì. Come dicevo il campionato è stato difficile, molto difficile. Ancora non crediamo in quello che siamo riusciti a fare. È qualcosa di storico perché la Vibonese non era mai stata promossa in Serie C sul campo”.

C'è stato un momento nel quale vi siete resi contro che l'impresa era possibile?

“Dopo lo scontro diretto al ritorno col Troina, ma anche dopo la gara col Gela vinta all'ultimo minuto con una palla vagante tenuta in gioco dal vento. Quando arrivano certi segnali devi assolutamente cogliere l'occasione”.

Come giudichi la tua stagione?

“Direi molto positiva, anche se non dovrei essere io a giudicare. Il nostro è uno spogliatoio con parecchi giovani, ed i più esperti come me, devono essere costantemente di sostegno per aiutarli a crescere. Io spero di avere lasciato anche umanamente qualcosa”.

Com'è stato lavorare con un tecnico che ha conosciuto la Serie A come Nevio Orlandi?

“Bellissimo, perché oltre che essere un allenatore preparato è anche una bravissima persona. È arrivato in un momento complicato, è entrato in punta di piedi, ci ha dato tranquillità e molto merito di questo successo è suo”.

A chi dedichi questo successo?

“A tutti quelli che mi sono stati vicini e ovviamente anche a Studio Assist & Partners che è con me dagli inizi della mia carriera, ormai oltre sette anni fa. Alessandro Orlandi oltre che essere il mio agente è un amico. Voglio ringraziare anche Andrea Castellani, che mi ha fatto lavorare tanto e bene per affrontare al meglio questa stagione e poi tutti quelli che lavorano dietro le quinte”.

E ora?

“Io qui sono stato davvero bene, sono orgoglioso di essermi riscattato dalla retrocessione dell'anno scorso e mi piacerebbe restare. I matrimoni si fanno in due, la società farà la sue scelte e poi insieme valuteremo cosa fare”.


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