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"Un fuoco che rinasce senza sosta. Una passione irrefrenabile scaldata da valori, amore e sentimenti: “Adesso appena finisce la stagione corro a casa e vado direttamente in chiesa: Eleonora mi aspetta per diventare mia moglie”. Inizia così la lunga intervista che Gabriele Franchino ha rilasciato a Edoardo Colombo di Gianlucadimarzio.com.

Il giocatore è stato tra i principali artefici della promozione della Vibonese, passato attraverso lo spareggio col Troina, ultimo anno di una stagione esaltante che ha visto i rossoblù recuperare ben 13 punti in classifica ai siciliani prima dell'affondo decisivo.

"La Vibonese, dopo la retrocessione sul campo, aveva chiesto la riammissione avendo proceduto regolarmente, e così la federazione aveva dato ragione al nostro presidente, diramando un comunicato in cui saremmo stati riammessi”. Festa. Una gioia poi trasformata in rabbia: tra sacrifici, battaglie legali e lacrime. Addii. “Una contro sentenza improvvisa ci ha ricacciati in D. Siamo sprofondati. Eravamo pronti a festeggiare la riammissione con tutti i tifosi, ma nulla. Non mi vengono nemmeno le parole per raccontare come mi sono sentito. Alla fine, però, ho deciso di ripartire dal basso, coi miei compagni, mosso da un infinito sentimento di rivalsa".

Sentimenti purissimi per un ragazzo che ha il pallone dentro: "Penso calcio h24. Per me il pallone è una malattia, da sempre. A casa mi divoro ogni partita disponibile in televisione. E soprattutto amo guardare la Serie BNel tempo libero su Sky Sport mi diverto a seguire le opinioni e le interviste dallo studio, ho un debole particolare per la B. I miei genitori mi hanno sempre permesso di coltivare il mio sogno senza mai pormi limiti. Ho sempre avuto una promessa reciproca con mio padre: 'Tu puoi giocare a pallone quanto vuoi, ma ci devi portare a casa il diploma' Patto mantenuto e obiettivo realizzato”. Da un sogno all’altro, come quello di conoscere Zanetti: “Non toccatemi la maglia di Javier, ce l’ho in camera custodita come fosse un tesoro, prima un vero uomo e poi un giocatore fenomenale”.

Se la vibonese è riscita a fare quello che ha fatto molto merito è anche ddi Pippo Caffo, presidente della Vibonese e produttore del Vecchio Amaro del Capo: “Un uomo straordinario, un imprenditore dal lato meravigliosamente umano capace di starci sempre vicino. Nelle festività ci regala sempre i suoi prodotti, una persona che nonostante il successo professionale è rimasta di un’umiltà incredibile. Addirittura si fa le trasferte con noi sul pullman"

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