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Marta Carissimi è una delle giocatrici che ha fatto la storia del calcio femminile italiano. In 16 anni di Serie A ha vissuto mille battaglie, ha vinto tanto (anche all'estero) e quest'anno ha accettato la sfida chiamata Milan per scrivere un nuovo capitolo di una carriera davvero intensa.

Marta, da pochi mesi sei approdata al Milan. Come sta andando l'esperienza in rossonero?

“Dopo due anni alla Fiorentina c'è stata questa opportunità che mi ha subito stimolato. Il Milan mi ha conquistato con un progetto lungimirante e ambizioso, così ho accettato di essere protagonista di questo nuovo cammino e spero di poter mettere a disposizione la mia esperienza per fare crescere il gruppo”.

Al Milan sei allenata da un mostro sacro del calcio femminile italiano come Carolina Morace.

“Lei ha fatto davvero la storia. L'ho conosciuta tanti anni fa, in Under19. Ora l'ho ritrovata molto più matura dopo le tante esperienza che ha fatto. È una grande conoscitrice di calcio. Essere allenata da lei è un onore e un privilegio”.

Qual è l'episodio della tua carriera che ricordi con più piacere?

“Forse proprio la prima convocazione in Under 19. Era il gennaio del 2003, solo sei mesi prima giocavo coi maschi e poi, in poco tempo, mi sono trovata in Serie A col Torino e in Nazionale. Fu un bel salto e se devo guardarmi indietro è un episodio che ricordo con piacere”.

Però c'è anche la parentesi in Islanda che è stata davvero particolare.

“È stata un'esperienza importante perché avrei sempre voluto farne una all'estero. L'avventura in Islanda mi ha permesso di coniugare studio e sport. Sono cresciuta molto a livello personale, ma anche sportivo perché mi sono confrontata con un modo diverso di vedere il calcio ed essere atleta. Vincemmo campionato e coppa nazionale, fu una bella soddisfazione”.

Com'è cambiato il calcio femminile da quando hai iniziato?

“Il calcio femminile è cambiato parecchio. Da un lato la crescita nell’organizzazione, nelle strutture e nella professionalità degli staff e dei club, permette alle giocatrici di avere tutti gli strumenti per poter fare le atlete al meglio ed essere più consapevoli e preparate. Dall’altra parte c'è meno voglia e determinazione nel voler conquistare le cose, nel faticare per migliorarsi. Forse si ha tanto rispetto a prima e a volte si vuole ancora di più, senza apprezzare al massimo quello che si ha. Spesso si è più concentrati su quello che ci fa sentire una calciatrice che non su ciò che bisogna fare per poter diventare un'atleta ancor prima che calciatrice”.

E sono cambiate anche le esigenze di voi atlete...

“Ora che ci si avvicina al professionismo, figure come quelle di Studio Assist & Partners sono fondamentali per noi giocatrici quando aiutano l'atleta a crescere. Il mio consiglio è di affidarsi a professionisti seri che pensino soprattutto a dare una mano alle giocatrici”.

Quali sono i tuoi obiettivi e quelli del Milan?

“Qui c'è il clima giusto per un progetto giovane come il nostro. Non ci sono tantissime pressioni legate al risultato, ci sono tutte le condizioni per lavorare serenamente e crescere. Juventus e Fiorentina sono partite coi favori del pronostico, poi ci sono altre squadre, come la nostra, pronte a giocarsele. Pensiamo a lavorare, poi vedremo dove riusciremo ad arrivare”.


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