Potremmo dire “il rossonero tatuato sulla pelle”. Jacopo Coletta è portiere e capitano della Lucchese che tanto bene sta facendo, ma per certi versi è anche un simbolo della squadra per il forte legame che ha instaurato con l’ambiente.
Jacopo, possiamo dire che siete la sorpresa del campionato?
“Noi non ci sentiamo così perché, già dal ritiro estivo, ci siamo accorti di essere un ottimo gruppo, fatto di ragazzi che si stimano e che in campo danno l’anima. Sapevamo che il girone sarebbe stato competitivo e questo si riflette in una classifica corta, in cui basta poco per passare dai playoff ai playout”.
Una classifica come la vostra, però, aiuta molto a livello morale.
“Il nostro primo obiettivo è la salvezza. La classifica ora ci dà serenità, ma sappiamo che non possiamo mollare niente perché non muoverla per delle gare potrebbe essere un problema”.
Sei alla tua terza stagione a Lucca: che bilancio ti senti di fare?
“Ormai Lucca è come una seconda casa. Dopo avere vinto il campionato di Serie D, l’anno scorso abbiamo vissuto delle emozioni contrastanti, sia a livello di gruppo sia personalmente. Sono il capitano e sono fiero di rappresentare la città”.
Tra l’altro di portieri che sono, allo stesso tempo, capitani non se ne vedono molti.
“Credo che nella scelta del mister abbia influito il fatto di essere qui da tre anni e conoscere bene l’ambiente. Il portiere è sempre un giocatore di peso che sa farsi valere all’interno dello spogliatoio. Sono felice di indossare la fascia e cerco di ripagare la fiducia che mi è stata data”.
Possiamo dire che questa è per voi la stagione del riscatto?
“Sì, sia a livello personale sia di squadra. Come ti dicevo prima, quanto accaduto l’anno scorso ci dà tante motivazioni in più”.
Quest’anno hai già firmato sette clean sheet e come squadra avete la quinta difesa del torneo: non male per una formazione che deve salvarsi.
“Inizialmente abbiamo subito un po’ tropo, poi abbiamo registrato la difesa e in sei delle ultime sette partite non abbiamo subito gol. Mi sono rimesso in media coi numeri del passato e ne sono orgoglioso. In Serie C le gare sono sempre equilibrate, chi sbaglia prima paga e il fatto di non subire gol è la nostra forza, anche perché prima o poi la rete la troviamo”.
Oltre che l’anno del riscatto, per te è anche l’anno della maturazione?
“Sì, perché ho 29 anni e questa è l’età perfetta per i portieri. Dopo l’anno scorso avevo voglia di confrontami con questo campionato perché l’infortunio ha rimandato l’appuntamento importante con la C e ora ci stiamo togliendo delle soddisfazioni”.
Si entra nell’ultima parte dell’anno solare che sarà decisiva per definire i vostri possibili traguardi.
“Mancano tre partite e mezzo e penso che sia il momento più importante dell’anno, perché fare delle vittorie ci permetterebbe di avvicinarci ancora di più alla salvezza e poi dare continuità è fondamentale”.
Infine, quali sono i tuoi obiettivi a livello personale?
“Innanzitutto disputare un grande campionato, mantenere i miei numeri e aiutare la squadra nel raggiungere i suoi obiettivi. Pensiamo a fare un passo alla volta poi a fine anno vedremo dove saremo: arrivare ai playoff darebbe prestigio alla stagione di ognuno di noi”.