Dalla Serie D con la maglia del Montespaccato a campione d'Italia Primavera (da protagonista) con l'Inter: ecco la storia di Alessandro Silvestro, raccontata nel dettaglio e in maniera emozionante dalla redazione di GianlucaDiMarzio.com .
Perseveranza, umiltà e tanta determinazione: ecco il mix di ingredienti che hanno contraddistinto il presente e il passato di Alessandro Silvestro, potente terzino destro classe 2002, che in questa stagione con la maglia nerazzurra, ha dato una marcia in più alla corsia di destra della squadra di mister Chivu. 24 partite stagionali in una rosa di altissimo livello, che si è solamente confermata nella finale Scudetto contro la Roma al Mapei Stadium. In campo Alessandro ha mostrato intensità, concentrazione e quella giusta scaltrezza che conosce solamente chi arriva dalla "dura ma fondamentale" gavetta; le 28 presenze condite da 3 assist e 1 gol in serie D a Montespaccato si sono rivelate di un valore inestimabile.
Ecco come queste vicende vengono descritte ancor meglio dalla penna di Luca Bendoni.
ll club milanese gli propone un prestito in Serie D, a 18 anni appena compiuti. “Vai a farti le ossa a Montespaccato”, gli consigliano. Lui accetta. Impara che i grandi non si fanno problemi ad entrare duri, convinti. L’intensità prevale sulla tecnica. E quell’anno va benissimo: 28 presenze, 1 gol e 3 assist. La Serie C si muove per lui, a testimonianza del fatto che la gavetta fa bene. Silvestro è rinato dopo anni complicati, e ha in testa un chiodo fisso: “Magari non vestirai questa maglia”. Come un’eco che risuona. Allora sceglie Milano, per tornare a respirare aria di professionismo, e si unisce alla Primavera dell’Inter.
Mentre in queste frasi, vengono sintetizzate le emozioni del percorso a Milano ed il vittorioso epilogo di stagione.
A inizio stagione gioca poco, poi trova continuità. Diventa titolare sulla fascia destra e alla fine vince lo Scudetto, da protagonista (specialmente nelle fasi finali). Un trionfo da “pazza Inter”: in semifinale, contro il Cagliari, a fine primo tempo i nerazzurri sono sotto 3-0. Chivu entra in spogliatoio. Discorso sferzante. E chiude con una provocazione: “Chi non ci crede alzi la mano ora”. Alessandro ci pensa anche, per un secondo. Ma si ricorda che, anni prima, non mollare l’ha portato lì. Alla fine, con un gol a dieci minuti dal novantesimo e altre due reti nel recupero, l’Inter fa 3-3 e passa (per il miglior posizionamento in classifica). La finale, poi, è la chiusura perfetta di un cerchio: la Roma va in vantaggio, i nerazzurri ancora una volta rimontano. Magia. Ai tre fischi, Alessandro rivede in testa il film della sua vita sui campi non professionistici di Roma. “Oggi sì, sono da Inter”.
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